"Hai salvato la vita del figlio del re".
Sì, proprio come in Merlin. Solo che questa serie è più adulta, più seria.
Pur avendo a disposizione un numero ristretto di episodi, la serie si confronta con svariati temi e ogni episodio sembra voler focalizzarsi su uno di questi. Primo fra tutti il potere: chi non è capace di separarsene, re Silas, chi non lo desidera ma vi è destinato, David, chi trama da lungo tempo nell'ombra per averlo, William Cross, chi lo vede in ultima analisi sottoposto all'assenso o al dissenso di Dio, il reverendo Samuels, chi lo intende come un modo di essere d'esempio per la gente, la regina Rose. A questo filo conduttore si aggiungono temi come la fiducia, la morte, l'amore in tutte le sue declinazioni - tra i sessi, verso Dio, materno - e il contrasto tra gli interessi generali impostici dal ruolo nella società e i propri interessi personali, visibile sia nelle figure di Re Silas sia del principe Jack.
La serie si ispira volontariamente alle vicende bibliche di Davide, pur con leggere variazioni. David si conquista l'attenzione della corte reale e del proprio paese distruggendo da solo un temibile modello di carrarmato, il Goliath. L'atteggiamento di Re Silas verso David oscillerà pericolosamente tra l'avversione, che sfocierà in parecchi tentativi di farlo uccidere, e la stima più totale, che lo farà preferire in certe occasioni perfino al figlio Jack e gli varrà la nomina di consigliere del Re. Come nella Bibbia, David si innamorerà della figlia di Silas, Michelle, e in un'occasione allieterà il proprio Re non con l'arpa ma con un più moderno pianoforte. Alla fine David sarà costretto alla fuga dalla corte, su cui si chiude la stagione e che anche nella Bibbia precedeva il suo avvento definitivo come Re.
E se vi state chiedendo: e lo slash?
Bhè, sì.
Jack è gay e sta con un certo Joseph, ma ci piace fantasticare sul canonico biblico Jack/David!